CONFIDENZE AL COMPUTER. .. PERCHÉ?
Ho lasciato la vita politico parlamentare
nel giugno '84. Guardo ora alla politica
solo con interesse culturale e per meglio seguire
l'evolversi del mondo e il retroterra
della cronaca. Il mio passato? Non lo dimentico
certo... Lo sento anzi come nostalgia
di cose vissute e di persone conosciute.
Ed è per esso che ringrazio il buon Dio di
avermi consentito di vivere in una stagione
carica di speranze così come ringrazio chi,
dall'Italia, mi spinse alla politica pure in
Europa e in quel Mondo nuovo che ho ben
conosciuto.
Il mio bilancio come politico? Parlamentare
ed uomo di governo credo di avere portato, e ne sono orgoglioso, il mio
piccolo e modesto mattone alla Storia. E se la vecchiaia è come un viaggiare in
elicottero e rivedere nel suo panorama tutta la vita, devo certo ammettere che il
mio passato, nei suoi ideali, è pur sempre parte del mio presente. La tastiera politica
d'altronde, se vi hai messo le mani, è un poco come quella del tuo pianoforte.
Non puoi certo in vecchiaia ripetervi i virtuosismi di gioventù; ma essa, quando
lo suoni, risponde meglio alle tue emozioni!
E la politica? È una musica disponibile a tutte le età. E con essa dallo spartito
della tua «città» tu fai la tua parte. Sei fuori ruolo», è vero, ma partecipi, giudichi
e con passione stimolata anche dalla presente stagione storica.
L'esperienza e la saggezza dell'età ti aiutano anzi a dare giudizio sereno e costruttivo
su uomini e su fatti. E il ricordo del vissuto ti consente pure di opporti
a quella «damnatio memoriae» cercata da chi solo dal «suo oggi» vorrebbe far
cominciare la storia. E allora scrivi, rievochi per te e pergli amici... Ma come?
Da ragazzo, mi ero impadronito della tastiera di quel mio pianoforte che
marcò tutta la mia vita accanto ad Amalia, stimolatrice dei miei ideali e dei
miei traguardi. Da vecchio, grazie a Carla, serena partecipe della mia sintesi finale,
ed a mio figlio Enrico, ho conosciuto un'altra tastiera: quella del computer
che ti consente quasi di correre in bicicletta sulle strade del tuo pensiero.Ecco
allora queste «confidenze al computer raccolte dal 91 al '95. Rievocano vari avvenimenti,
di cronaca o di storia politica, che hanno inciso sull'Italia, sull'Europa,
sul Mondo. Avvenimenti che non sarebbe giusto dimenticare e che certo
condizionano il.futuro.
Nell'incertezza tuttavia del nuovo corso, nel ricordo di speranze e ideali della
mia gioventù politica, quegli anni 1991-1995 potrei chiamarli anni del «disincanto», anni cioè di speranze contraddette. Ma la sintesi è prematura e vi è ancora
spazio per la speranza in una storia nuova al cui disegno l'esperienza del passato
può utilmente concorrere.
Mario Pedini
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